Dario Bressanini: «I miei trucchi per pulire casa alla perfezione grazie alla chimica» | Cook

2023-02-22 18:20:49 By : Ms. Million Wu

Dario Bressanini , chimico fisico teorico, 59 anni appena compiuti, nato a Saronno, ricercatore all’Università dell’Insubria di Como dove si occupa di meccanica quantistica e dell’equazione di Schrödinger, si aspettava di conquistare la classifica dei libri più venduti in Italia con una guida molto pop che smonta le bufale su aceto e bicarbonato e spiega come pulire casa con efficacia. «Ma il mio è un saggio scientifico travestito da manuale pratico per non intimorire i lettori», precisa subito il professore. «Non pensavo che per alcune settimane sarebbe stato il libro più venduto in Italia. Più facile che ciò accada ai romanzi o ai gialli. Però ero abbastanza sicuro che sarebbe entrato in classifica». Saggezza da scienziato? «Prima di cominciare a scrivere, sui social ho proposto ai miei follower alcuni possibili temi per una nuova uscita e l’argomento delle pulizie ha staccato di gran lunga gli altri. Il saggio sulla disinformazione alimentare lo scriverò più avanti», sorride. Così Bressanini, divulgatore scientifico forte di oltre 500 mila persone che seguono il suo canale YouTube e altrettante il profilo Instagram, ha dato alla luce un successo annunciato come La scienza delle pulizie (Gribaudo). Un trattato che i suoi studenti si fanno autografare («ma solo dopo aver sostenuto l’esame…») e che comincia spiegando la differenza tra acidi e basi e prosegue insegnando a eliminare il calcare dalle superfici. Spoiler numero 1: il segreto casalingo è usare una soluzione al 5% di acido critico che, a differenza dell’aceto, non puzza . Procuratevelo in polvere e sciogliete 5 grammi di acido citrico ogni 100 grammi di acqua, poi lasciate agire come anticalcare dove serve. Il libro è il quarto volume di una serie dedicata da Bressanini alla chimica dei fornelli e della vita quotidiana, La scienza della pasticceria (2014), La scienza della carne (2016) e La scienza delle verdure (2019). In cucina con l’amico chimico

La cucina per l’«amichevole chimico di quartiere» (così si autodefinisce lui, citando Peter Parker, l’amichevole Uomo Ragno di quartiere: «Cerco di essere cordiale anche nel linguaggio, io sono l’amico chimico che ti spiega le cose a colazione davanti a un caffè») è dai tempi dell’università negli Stati Uniti suo oggetto di interesse . «Studiavo per il dottorato a Berkeley e lì mi sono trovato per la prima volta a dover cucinare. Seguivo le ricette di mia madre, notando quanto fossero simili ai procedimenti di laboratorio. Ma mentre lì ogni azione aveva una ragione precisa, in cucina non capivo il motivo di certi passaggi : perché serve questo ingrediente acido? Perché questa temperatura? E allora mi sono messo a studiare». In California, prima. Poi nei supermercati vicino a casa, dove ama analizzare le etichette: «Ormai mi conoscono e addirittura mi chiamano quando arriva un prodotto nuovo», ride. E poi naturalmente, nella sua abitazione di Bresso, vicino a Milano, oggi attrezzata come un vero laboratorio. «Il seminterrato, la Bress-caverna , è la mia zona divertimenti: ci sono i miei fumetti, ampolle, provette e un bancone da chimico dove faccio tutti i miei esperimenti». Su temperature, processi, utensili adatti, rigorosamente secondo la chimica, per cucinare in casa il roastbeef perfetto o le migliori patate arrosto.

Dopodiché, dice lui, dalla cucina alle pulizie — per spiegare che (spoiler numero 2) il sapone igienizza, cioè deterge ma non disinfetta, mentre la candeggina sbianca e disinfetta, cioè elimina quasi totalmente i microrganismi, ma non rimuove lo sporco — il passo è stato breve. Giusto la misura di un tubo del lavandino . «Ho iniziato a occuparmi della chimica delle pulizie cercando un rimedio per liberare uno scarico otturato» racconta nel libro. «Prima di allora, mi sono sempre interessato a cosa succedeva al cibo in padella o nel piatto, e mai a quale fosse il suo destino una volta buttato. Ma in fondo, sempre di cibo si tratta, solo che non finisce nel nostro tubo digerente ma nei tubi di un lavandino, intasandolo. E la chimica può aiutare anche lì». Per essere consapevoli, cioè, che la miscela di aceto e bicarbonato tanto amata sul web non sgorga affatto. Anzi, non serve a niente . «Ogni volta che qualcuno tenta il mix un chimico muore», sentenzia. Spoiler numero 3: insieme i due prodotti, il primo acido e il secondo alcalino, reagiscono e si annullano a vicenda. Prima di chiamare l’idraulico, dice Bressanini, si può provare, invece, con il solito acido citrico per eliminare i residui di calcare; acqua calda a 60°C e un po’ di detersivo dei piatti per rimuovere i residui di grasso; oppure la soda caustica per sciogliere eventuali residui di cibo. «Da quel momento, insomma» continua «ho cominciato a guardare alle pulizie esattamente come ho fatto per la cucina: un’estensione della chimica alla vita quotidiana». Morale: siamo diventati tutti ossessionati dalle pulizie? Ci siamo trasformati in moderni Mastro Lindo? «Sicuramente in questi tre anni di pandemia abbiamo puntato i riflettori sull’igiene di casa. Però non è che siamo improvvisamente diventati maniaci del pulito. Io credo, invece, che molti abbiano compreso il valore della scienza: oggi, molto più di prima, abbiamo la consapevolezza che capire il funzionamento delle cose di tutti i giorni serve, è utile, fa vivere meglio» . I trucchi? Inutili, servono certezze

Niente trucchetti, insomma, ma il conforto dei dati e delle evidenze.

«Non è un caso che siano esplosi su Instagram, su YouTube e pure su TikTok, dove si intercettano i giovanissimi, molti divulgatori che ci spiegano anche la scienza delle piccole cose quotidiane. Da Roberta Villa (@robivil) che si occupa di malattie e vaccini a Beatrice Mautino (@divagatrice), esperta di cosmetica». Tutti figli di Piero Angela ? «Beh, lui è inarrivabile. Purtroppo non ho mai lavorato con lui. Per moltissimo tempo ha seminato buona divulgazione e ha dimostrato che in televisione c’era un pubblico per la scienza. Noi ora oggi, senza voler peccare di presunzione, cerchiamo di fare sui social quello che lui ha fatto con Quark e Superquark ». Teoria + pratica = chiarezza

Per Bressanini questo significa: spiegare, con un linguaggio semplice , come agiscono chimicamente i prodotti che maneggiamo ogni giorno, e forse più di prima da quando esiste il Covid. Fornendo strumenti pratici per potersi orientare davanti al «reparto più ansiogeno di ogni supermercato». Quello dedicato alla pulizia della casa e della persona. «Una volta esisteva un solo sapone», dice. Oggi, invece «centinaia di metri, su più ripiani, sono dedicati ai prodotti per lavare. In teoria è semplice: ho una maglia con una macchia. Devo toglierla e quindi compro un detersivo. Ma quale? Mi sembra quasi che quelle centinaia di confezioni mi fissino mormorando “compra me, compra me”. Nell’altra corsia, altre decine di metri di scaffali pieni di detersivi per i piatti. Non si sa cosa comprare e si ha sempre la sensazione di sbagliare. E questa sensazione di inadeguatezza verso l’acquisto c’è per ogni singola zona della casa che ha bisogno di essere pulita». E dunque? «In molti casi non solo è sensato ma anche auspicabile che vi siano in commercio prodotti appositamente pensati per una determinata combinazione di superficie e sporco» . I detersivi per la lavatrice

Per esempio, guai a pensare che i detersivi liquidi per il bucato, oggi preferiti dai consumatori, siano uguali a quelli in polvere: «I primi sono liquidi viscosi che possono offrire molti vantaggi rispetto alle polveri. Sono più comodi da usare: si sciolgono perfettamente anche in acqua a 30°C. Il più grande svantaggio? L’assenza di un candeggiante, che non può essere aggiunto, altrimenti ossiderebbe tutte le altre componenti del flacone. È per questo che usando un detersivo liquido nella vaschetta apposita si aggiunge anche la candeggina delicata». I detersivi in polvere , invece, «contengono in genere diversi tensioattivi, un anticalcare, candeggianti, polimeri antisporco, sbiancanti ottici, profumi, enzimi». Il loro svantaggio? «La scarsa solubilità a basse temperature. E questo è un problema visto che oggi tendiamo a lavare non più a 60°C ma a 30- 40°C per ridurre i consumi». Quindi? «Oggi laviamo più di frequente ma i nostri vestiti sono meno sporchi . Abbiamo meno capi bianchi di cotone e più indumenti colorati, da mantenere il più a lungo possibile. Tutto sommato, non abbiamo sempre bisogno di detersivi super performanti verso le macchie di sugo o di vino. Per quei compiti, invece, ancora oggi le prestazioni migliori si ottengono usando un detersivo solido ». Il sapone di Marsiglia, invece, è diventato un nome generico che indica un prodotto a scaglie privo dell’olio d’oliva che in origine conteneva. «È molto aggressivo ma pulisce bene i tessuti». E per lana e seta? «Servono detersivi appositi, che hanno un pH neutro o solo leggermente acido, che non distrugge le proteine dei tessuti derivati da animali». I prodotti per la lavastoviglie

Così come è fondamentale usare il sale per la lavastoviglie (cloruro di sodio puro al 99%, quello alimentare è per legge al 96 quindi no, non confondeteli, anche solo 3 punti fanno la differenza per salvare l’elettrodomestico). «Se siete soliti lamentarvi delle macchie bianche lasciate su bicchieri e pentole, chiedetevi quando avete caricato il sale l’ultima volta, nonostante la spia rossa accesa». Il motivo? «Nelle lavastoviglie è presente un addolcitore interno con delle resine che abbassano la durezza dell’acqua . Quando sono sature, c’è bisogno di rigenerarle. Il sale serve a questo: a contatto con una salamoia, le resine si ricaricano e la lavastoviglie è pronta per addolcire altra acqua».

Ma c’è qualche prodotto di cui, alla fine, potremmo anche fare a meno? «Per pulire l’argenteria, prendete un foglio di carta d’alluminio, avvolgetevi gli oggetti e versate all’interno un cucchiaio di sale, uno di bicarbonato e infine acqua calda non bollente. In pochi secondi si invertirà la reazione che ha portato l’argento a scurirsi, riportando l’oggetto allo stato originario senza dover grattare. Sembra un intruglio magico ma è chimica pura».

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